martedì 17 aprile 2012

Gerald Bostock è tornato. Ian Anderson lo ha ripescato quarant'anni dopo, per ricordare a tutti che "Thick as brick", concept album (come si diceva un tempo) che diede la definitiva fama ai Jethro Tull, ha compiuto quarant'anni. Il tempo passa,  il ragazzino che allora aveva otto anni, novello Milton di St. Cleve, non ha più a disposizione quel "Chronicle" , il giornale locale, nel quale trovava rifugio il long playing, sì insomma l'Lp, il disco a 33 giri, il vinile fatto a pezzi dalla puntina, dei Jethro Tull. Adesso per scoprire cosa  sia nel frattempo accaduto a Gerald, Ian Anderson, il pifferaio magico, si affida al sito web di St. Cleve. E, naturalmente, non può essere la stessa cosa. Volete mettere il colpo di genio del giornale-copertina nel quale era riportato il poema dell'occhialuto ragazzino, oltre all'intera vicenda del premio che gli era stato revocato per aver, poverino, pronunciato la partole "g__r" durante una trasmissione televisiva? Un giornale vero, con fatti (spesso ridicoli) di cronaca locale e cruciverba reali. In tanti, oltre a rovinare il disco per i troppi ascolti, hanno "stravissuto" quella copertina. Il mio "Thick as brick" made in Italy del 1972, che arrivò addirittura al primo posto nella classifica degli Lp in Italia come negli Stati Uniti, non può assolutamente essere messo in vendita nei floridi mercati del vinile, con lo scotch da cartone che lo tiene in qualche modo vivo. Ma, naturalmente, non lo cambierei con nessun altro. La foto in copertina è sempre più "virata seppia" ma Gerald Bostock, con il suo completino modello rivoluzione culturale cinese, mani nelle tasche e sguardo malinconico, resta l'icona di quarant'anni fa. Naturalmente sia Gerald Bostock che il suo poema epico "Thick as brick" sono favolose invenzioni di Ian Anderson e della sua band, secondo il mirabile scozzese la risposta concreta a chi aveva giudicato il precedente "Aqualung" un concept album senza che lo fosse. Volevate un concept album? sembra dire Anderson, eccone uno vero.  "Thick as brick"  secondo alcuni critici è il primo album veramente progressive dei Jethro Tull, pur mantenendo il gruppo le sue precedenti peculiarità rock-blues-folk , proprio perché si tratta di un unico brano diviso nelle due facciate dell'Lp e perché Ian Anderson si diverte a dare uno schema classico, barocco ai temi del disco. Con la sua voce inconfondibile e la chitarra da ballad che sembrano addirittura prevalere sul magico flauto che lo ha immortalato come superstella del rock.  

2 commenti:

  1. Eeeeeeee corsa!
    nzitutto un Bravissimo x Antonio che sa ttte queste cose.
    Io il disco ce l'ho ancora a acsa dei miei genitore e me lo tengo stretto!!!!!
    Non si sa mai
    Ciao
    Gino Giaculli

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  2. Come dire...è un piacere leggerti, ecco come dire.
    D'altra parte non so che fine abbia fatto il mio Lp di Thick as a brick. Lo avrò venduto per poche lire tanti anni fa. E cosa ci ho fatto con quelle poche lire? Ecco una domanda a cui neppure Ian Anderson saprebbe rispondere...

    Riccardo

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