martedì 2 febbraio 2021

 

C’è sempre una discreta dose di autocompiacimento

quando si accende l’autoradio, si ascoltano le prime note

e si riconosce il brano: bravo, ti dici, il tuo cervello

ha immagazzinato bene la musica

e basta un minimo approccio per dare la risposta esatta

nella tua testa c’è un magnifico mondo costruito

in cinquant’anni di ascolti

Ti sembra sempre di partecipare a un quiz

Crei un gioco e lo fai diventare tuo

 credi sempre di poter vincere

e quando non ci riesci e dovresti arrenderti

bleffi con te stesso fino a quando il conduttore

non ti dice il titolo del brano

Ma sì, alla fine era proprio quello che pensavi tu

Stasera nessun problema, nemmeno un secondo

e il gioco era già finito: troppo facile riconoscere

la suite di Atom Heart Mother, il coro psichedelico

perciò meglio farsi sorprendere dalle lacrime

che ti avvolgono quando il cervello collega

la musica al passato, alle ore trascorse ad ascoltare

quelle cassette registrate velocemente

da un Allocchio Bacchini che adesso sarebbe

un nobile pezzo di modernariato e che allora

era un giradischi strappato alla pattumiera

 in attesa dell’acquisto del primo vero stereo

Dischi ottenuti in prestito da registrare in fretta

per poterli restituire subito all’amico coraggioso

che si era lasciato convincere dopo una corte serrata

al capolavoro che andava divulgato

Registrazioni senza alcun filo di connessione

In presa diretta con una porta chiusa che ogni tanto

si apriva e lasciava passare rumori orribili

che però non riuscivano mai a coprire i meravigliosi

suoni che allargavano la conoscenza della tua mente

senza ricorrere a mezzi artificiali e terribili

Atom Heart Mother, Fragile, In the Court, Aqualung, H to E

Musica che arrivava da altri pianeti, che superava ogni

mia concezione di canzone formatasi negli anni

dell’infanzia tra Canzonissima, Sanremo e Disco

per l’Estate e sviluppatasi con l’ascolto

su un mangiadischi giallo e sui juke box da spiaggia

Addio Gianni Morandi, Rita Pavone, Little Tony,

Caterina Caselli, Adriano Celentano, Massimo Ranieri,

Equipe 84, Dik Dik, Nomadi. Addio Lucio Battisti, che

già mi avevi aperto altre strade. Addio anche Beatles

e Rolling Stones, scoperti attraverso i cugini

più grandi. Ora, tra i 13 e i 14 anni, si andava

alla scoperta di nuovi orizzonti musicali.

 E’ bastato l’ascolto di un pezzo, di un solo pezzo

alla radio per capire che c’era qualcosa di diverso

nell’aria, che dovevi crescere anche musicalmente,

che dovevi incamminarti su nuovi sentieri

che ti avrebbero portato lontano. Molto lontano.

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